Venne l’inverno e un vento che porta tutto via:
era a fine del mondo, per il mondo era soltanto la tua.
Sanguinava il futuro: non volevi credere…
Anche il diamante più duro è fatto di polvere.

Tra la rugiada e il sole
(musica e parole di Roberto Frugone)

Nel terzo episodio del podcast Petali nella burrasca, conversando con l’autore, attore e regista teatrale Federico Luciani, abbiamo presentato Tra la rugiada e il sole, un’altra delle mie prime canzoni, composta tra il 1991 e il 1994 e pubblicata nell’album Appunti di viaggio del 1996.

La versione originale del brano, incisa da Enrico Pianigiani e arrangiata con il contributo del fisarmonicista Paolo Banchero e del chitarrista e cantante Carlo Faraci, è quella che gli ascoltatori del podcast potranno sentire al termine della puntata.

Grazie della vostra attenzione e buon ascolto ancora!

⬇︎ ASCOLTA IL PODCAST ⬇︎

TRA LA RUGIADA E IL SOLE

(Musica e parole di Roberto Frugone.
Tutti i diritti riservati ® S.I.A.E.)

Venne l’inverno e un vento
che porta tutto via:
era a fine del mondo,
per il mondo era soltanto la tua.
Sanguinava il futuro:
non volevi credere…
Anche il diamante più duro
è fatto di polvere.
Sarà come la galleria
di un treno che non ferma più qua,
ma io dall’altra parte
della ferrovia
ho ancora un sogno,
ancora una realtà.

È così la morte
o è la mia follia?
E chi non ama vivere
potrà mai capire?
Dio t’aveva scritto
dentro una poesia.
Laggiù, oltre il crepuscolo,
alle fronde dei salici
nessuno piange più,
e tu insegnami
il segreto del mare
e l’amore che c’è
tra la rugiada ed il sole.

Gridano tutti, qui,
e non si sente nessuno,
la paura ci ha chiuso gli occhi:
muori sempre solo…
Una vita, un bisogno…
e la mia vita chiede lei,
splendida alchimia
di un porto per il mare
e una collina in città,
io credo che, in fondo
a questa ferrovia,
rugiada e sole
sono un’unica realtà.

MUSICISTI DELLA VERSIONE ORIGINALE IN STUDIO (1996)

  • Roberto Frugone – voce, pianoforte, chitarra folk, tastiere e programmazione
  • Paolo Banchero – fisarmonica
  • Carlo Faraci – chitarra elettrica e cori

A SEDICI ANNI RACCONTARE LA MORTE, IN UNA CANZONE

Federico: «La domanda di partenza, come di consueto, è “com’è nato questo pezzo?” Ma prima di lasciarti spazio, Roberto, vorrei partire anche dalla dedica che è riportata in fondo al testo del brano nel libretto originale dell’album: “Ad Adriano, rugiada che il sole ha voluto con sé”….»

Roberto: «Sì, certamente Tra la rugiada e il sole è una canzone che ha avuto una genesi molto particolare: nasce infatti, come puoi immaginare dai versi che hai scelto per presentare il brano e dalla dedica, da un’esperienza diretta di contatto con la morte, la morte di un amico in giovane età. Ho cominciato a comporre questo pezzo poco tempo dopo la scomparsa di Adriano: mi era rimasta molto impressa la lunga e dolorosa malattia e, successivamente, la tragica scomparsa di questa giovane persona. I versi che hai letto, nell’apertura del brano, sono quelli con cui ho cercato di descrivere l’arrivo dell’inverno, inteso metaforicamente come il vento del male, imprevisto e imprevedibile, che sconquassa tutto, la malattia che che porta tutto via con sé e soprattutto, forse l’intuizione chiave in questa parte iniziale, l’idea di essere soli, la solitudine di fronte alla morte».

Albero rami autunno inverno nebbia sera

QUALI DOMANDE DI FRONTE ALLA VITA E ALLA MORTE?

Federico: «Infatti tu, poi, nella terza strofa addirittura scrivi, in una nota molto pessimista, “muori sempre solo”. Ma nonostante questo la canzone si intitola Tra la rugiada e il sole. Il significato è quindi ambivalente?»

Gridano tutti, qui, e non si sente nessuno,
la paura ci ha chiuso gli occhi: muori sempre solo…

Roberto Frugone, Tra la rugiada e il sole

Roberto: «Certo. Questa canzone appartiene alla mia tarda adolescenza (come abbiamo già anche provato a raccontare negli episodi precedenti di questo podcast), sia dal punto di vista creativo che esistenziale: quando ho scritto questo pezzo avevo poco più di sedici anni, e quando l’ho presentato ufficialmente al pubblico ne avevo una ventina. Per cui ruggivano dentro di me le grandi domande leopardiane dell’esistenza: “Che senso ha la vita?“, “C’è un principio ordinatore?“, “C’è o non c’è un Dio nel cosmo?

Jonathan Pielmayer - Natura morta su scrivania

È una canzone che esprime una visione religiosa dell’esistenza, e pertanto, in essa, in maniera molto contrastata è raccontata quella che era la mia suggestione di fronte al tema della morte come la poteva esprimere un ventenne, anche se il quarantasettenne di oggi non ne sa ovviamente molto di più! E ciò la rende per me ancora attuale».

LA FERROVIA E IL TUNNEL

Tunnel galleria ferrovia

Federico: «Hai usato la metafora della ferrovia, rimandando, vista la natura della ferrovia in cui non puoi uscire dai binari, a un viaggio programmato…»

Sarà come la galleria di un treno che non ferma più qua,
ma io dall’altra parte della ferrovia
ho ancora un sogno, ancora una realtà.

Roberto Frugone, Tra la rugiada e il sole

Roberto: «Sì, ma avevo in mente anche l’idea del tunnel della morte, al di là del quale c’era nuovamente la vita, la “vita eterna” secondo l’ottica di fede che sentivo particolarmente mia in quel momento della mia vita e della mia esperienza creativa. Mi ritrovavo tanto in questo tipo di visione che poi veicolavo attraverso le mie canzoni: una visione attorno alla quale con il tempo, attraverso le composizioni più recenti, ho in qualche modo girato intorno. Non mi stanco cioè di ripetere questo fatto: se per un certo periodo della mia vita sono stato il cantore di un certo tipo di fede, oggi, senza rinnegare nulla, mi trovo molto di più sui territori del dubbio, ma non con meno stupore di fronte alla vita e alla mistero dell’esistenza. Sostanzialmente, quindi, questa canzone racconta una certa visione di speranza e di fede».

SCOPRIRE IL SEGRETO DEL MARE MEDITANDO SU UNA GOCCIA DI RUGIADA

Federico: «Stiamo per caso parlando di quel “segreto del mare” che chiedi ad Adriano di insegnarti?

Laggiù, oltre il crepuscolo,
alle fronde dei salici nessuno piange più,
e tu insegnami il segreto del mare
e l’amore che c’è tra la rugiada ed il sole.

Roberto Frugone, Tra la rugiada e il sole

Roberto: «Sì, il titolo stesso della canzone esprime quell’idea della rugiada asciugata dal sole, in cui, nel contesto di una visione mistico-religiosa, si può intravvedere l’idea di Dio che attira a sé. Nell’espressione “il segreto del mare” mi rifaccio invece a una delle massime spirituali del poeta libanese Khalil Gibran, ovvero

Ho scoperto il segreto del mare
meditando su una goccia di rugiada.

Khalil Gibran, Massime spirituali

Questa è stata la frase, l’aforisma che ha ispirato il titolo e l’immagine chiave di questa canzone».

Roberto Frugone suona la chitarra sulla scogliera per la copertina dell'album Rosa di Venti e di Venture

UN TESTO APERTO ALLE INTERPRETAZIONI

Federico: «Pensandoci, quel segreto del mare che tu chiedi ad Adriano di insegnarti, mi fa immaginare quella goccia di rugiada in una goccia di acqua salata, in cui l’acqua evapora, ma rimane il sale a terra. Quindi la morte che però lascia qui qualcosa, quel sale. Forse è questo il segreto del mare?»

Roberto: «È una splendida immagine, che mi conferma come per fortuna – ce lo siamo detti più volte – questi versi lasciano aperte delle strade diverse di interpretazione: è il bello della scrittura poetica, applicata nel mio caso alla canzone, in cui, salvo una certa costrizione metrica, la ricerca sui contenuti e sulle parole è per me simile a quella che fa il poeta. Riconoscendo ovviamente i reciproci e distinti ruoli e campi d’azione, ci sono però allo stesso tempo anche tante cose che avvicinano cantautori e poeti».

Petali nella burrasca Podcast backstage 06

LA DEDICA: UN ONORE E UN IMPEGNO

Federico: «Tra la rugiada e il sole è, nella tua carriera, la prima canzone che dedichi ufficialmente a qualcuno. Qualche album più avanti, in Rosa di venti e di venture,  ti capiterà di dedicarne dichiaratamente un’altra, L’invincibile speranza per Stefano… In quel caso hai riaffrontato una dedica, come è stato quel passaggio?»

Roberto: «Hai fatto un bel collegamento. Diciamo che l’esperienza di un’intensa esperienza emotiva personale collegata alla vita vissuta, per via del contatto con la sofferenza e la malattia, che ha mosso più di una volta dentro di me delle corde che mi hanno spinto a scrivere, posso dire questo: non è facile prendere contatto con questa dimensione e, per quanto riguarda la scrittura, non è facile non essere banali».

Federico: «Nella canzone L’invincibile speranza, per un caso, il “segreto del mare” ritorna ancora».

Roberto: «Già, la vicenda drammatica che ha visto protagonista questo mio carissimo amico e allievo è stata quella di un quasi annegamento in mare, che ha comportato una lunga fase successiva di stravolgimento e progressivo aggravamento delle condizioni di salute».

Federico: «Una storia che mi fa venire la pelle d’oca…»

Mareggiata Renà 2016

RICERCA MUSICALE E POETICA

Federico: «E sulla ricerca musicale, come ti sei mosso, in Tra la rugiada e il sole

Roberto: «Diciamo che il gioco musicale, in questo pezzo originariamente scritto in tonalità di La minore, è impostato su un giro di accordi evocativo di certe atmosfere spagnoleggianti, composto seguendo una sequenza di accordi discendente perché ti voleva essere volutamente cupa, triste come è di solito il sentimento a cui si richiama in musica la tonalità minore, salvo poi rimanere sospeso su un accordo di snodo che permette di passare al ritornello dove si spalanca una tonalità maggiore solare, allegra.

Giocando su questi cambi di tonalità, di colore, il musicista (scopriamo un po’ l’acqua calda, da questo punto di vista, ma è importante dirlo per le persone che non sono pratiche dell’argomento) riesce a stimolare determinate sensazioni nell’ascoltatore. E di solito, a me piace accompagnare la composizione musicale in tono minore con argomenti poetici che richiamino una certa idea di tristezza. Se infatti fai caso, la tristezza e la desolazione del racconto dell’esperienza della morte, di cui, non dimentichiamolo, io sono stato solo spettatore da lontano: io non ho fatto questa esperienza, come d’altronde nessuno di noi che in questo momento è qui a parlarne.

Quindi resta questo mistero, che nella narrazione musicale ho provato a esprimere con quell’accordo sospeso che prolunga la tensione armonica fino alla speranza espressa musicalmente e poeticamente nel successivo inciso. Nel ritornello, invece, il giro degli accordi impernia la propria progressione armonica maggiore su una linea ascendente di bassi che sta a esprimere idealmente l’ascesa della rugiada che sale verso il sole.

Roberto Frugone suona il pianoforte tastiera Korg SV1 01

IL FASCINO DELL’ARMONIA FUNZIONALE

Senza fare troppo sfoggio di chissà quali segreti compositivi, posso dire quindi che, in quegli anni, io cominciavo a sperimentare il fascino dell’arrangiamento, della conoscenza dell’armonia funzionale, quella branca della musica che si occupa di creare colori e ambientazioni sonore con quei grappoli di note che sono gli accordi, i quali accompagnano la melodia, cioè la linea melodica, il disegno sonoro che si staglia sull’orizzonte ritmico e armonico della canzone. Io mi sono innamorato di quest’ambito della musica, che insieme a ritmo e melodia, ma anche alla dinamica (le variazioni dell’intensità sonora, del volume e dell’intenzione espressiva nell’esecuzione di un brano) e all’agogica (le variazioni di velocità), le altre discipline di cui si parla meno spesso e che concorrono, per quanto riguarda l’aspetto performativo, insieme a ritmo, melodia e armonia, a formare la struttura di qualunque opera musicale, che, nel nostro sistema musicale, voglia definirsi tale.

Questi aspetti mi hanno sempre tremendamente affascinato, e per spiegarlo utilizzo un paragone che ho sempre adoperato anche con i miei allievi, è un po’ come se il compositore diventasse, nell’utilizzare i suoni, una sorta di pittore che, oltre che concepire dei disegni (le melodie), imparasse, attraverso l’armonia, a colorare tali disegni con delle ambientazioni sonore (le armonie). Per me è questo il segreto della composizione musicale, che per quanto mi riguarda si tramuta nell’arte di scrivere canzoni».

Rugiada sole colline mattina campi

DOVE ASCOLTARE IL PODCAST

Il podcast Petali nella burrasca è disponibile gratuitamente su Spreaker ed è distribuito su tutte le principali piattaforme di ascolto, tra cui Apple PodcastSpotifyDeezer, Podcast Addict e Google Podcast.

ISCRIVITI ALLA MIA NEWSLETTER

Compila il modulo che segue per ricevere gratuitamente gli articoli con i miei nuovi podcast direttamente sulla tua email insieme agli aggiornamenti sulle mie attività e pubblicazioni.